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al testo di Edi Davoli
Il canto del fiume
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Fiume amico. Ti guardo scorrere dal ponte con stretto nelle mani il mio legnetto. Trovato chissà dove, in un vetusto bosco, una forma amica. Mi accompagna ormai da ore, pulsa del mio sangue, è bagnato col mio sudore. Poi all'improvviso un sogno: chissà se la tua acqua lo potrà fecondare, se il tuo profondo lo farà germogliare. Lo lancio giù come un gioco di alchimia. Ma il legnetto fugge con le acque, e il mio dolore, fino a perdersi lontano. Fiume mi hai ingannata. Sei come il tempo, tu, che crudele porta via pezzi di vita, immagini care e note, e ci lascia così a guardarci le mani asciutte e vuote.
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Edi Davoli
- 15/11/2017 13:47:00
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Grazie Leonora di avermi visitato. Ho scritto questa poesia quando ero molto molto giovane. Quando la rileggo ritrovo la freschezza, lo stupore e linnocenza di una adolescente. Mi fa tanto bene al cuore. Consigliami pure per me è un privilegio, trovo che questo sito possa essere una ottima palestra.
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Edi Davoli
- 11/11/2017 22:55:00
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Grazie Arcangelo per lattenzione e il tempo che hai dedicato alla mia poesia. Il mistero della vita continua ad incantarci.
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Arcangelo Galante
- 11/11/2017 20:16:00
[ leggi altri commenti di Arcangelo Galante » ]
Attraverso il fiume che sfocia al mare, la poetessa parla e fonde le speranze sue, con voce scaturita dal rumore dellacqua fresca. Meditando sulla possibilità di trovarvi sollievo, per ciò che le occorre, l’autrice scopre un’amara verità: il fiume obbedisce allo scopo per il quale è nato e, proprio svolgendo tale compito, non è in grado di aiutarla. Un testo alquanto particolare, nonché metaforico, nel quale, di certo, dietro la grande allegoria del fiume, si cela un significato nascosto, profondo più delle stesse parole che descrivono la dinamica dello scenario poetico. La chiusa apre alla riflessione il lettore, consapevole del mistero insondabile della vita che "scorre", anchessa, verso la fine, trasportando con sé ogni cosa.
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